Con questo termine si indica il fenomeno della pubblicazione di filmati e fotografie a sfondo sessuale, senza il consenso della persona interessata. Tale pratica viene posta in essere a volte come vendetta, nei confronti dell’ex partner, per punizione, per vendetta, oppure per bullizzare la vittima, esponendola ad un’ umiliazione pubblica.
Occorre dunque conoscere il fenomeno, per poterlo prevenire, evitando di divenirne, magari inconsapevolmente, delle vittime.
Il caso di Tiziana Cantone
Nata nel 1983, arrivò a togliersi la vita a 33 anni, nel 2016, a seguito della pubblicazione delle riprese video di vari rapporti sessuali avuti con diversi uomini, nel 2015. I video, da lei stessa inviati tramite WhatsApp, vennero poi pubblicati su un portale di contenuti pornografici.
Le immagini girate divennero inaspettatamente molto note, vista la loro diffusione virale, tanto che una sua frase pronunciata durante un video divenne un meme su internet, e apparì su magliette, gadget, e citata perfino in una canzone.
Tiziana Cantone, 3 mesi dopo che le sue immagini intime furono pubblicate, decise di lasciare il proprio impiego, per il grande imbarazzo di tale eco mediatica, suscitata dai suoi filmati erotici. Contestualmente, richiese al tribunale di Aversa la rimozione dei siti contenenti i suoi video dagli indici dei motori di ricerca.
Pur avendo cambiato cognome, ed essendosi trasferita varie volte, in diverse località d’Italia, non riuscì mai a mantenere l’anonimato. L’operazione di rimozione dei vari video riuscì solo parzialmente, e dovette anche sostenere, a causa di errori del proprio avvocato, anche 20.000 € di spese legali.
Morì così suicida, il 13 settembre 2016, a casa di una sua zia, impiccandosi con un foulard.
Michela Deriu, suicida a 22 anni
Altra vittima di porn revenge, Michela era una barista di Porto Torres. La ragazza è stata prima filmata da due uomini, poi è divenuta oggetto di ricatti, anche dopo la pubblicazione delle prime immagini, per non proseguire nella pubblicazione delle successive.
Per riuscire a pagare, arrivò a sottrarre 1.000 euro dalla cassa del bar dove lavorava, simulando una rapina.
Alla fine, decise di togliersi la vita presso la casa di una sua amica, lasciando un solo biglietto, con scritto “scusa”.
La notizia, recente, di febbraio di quest’anno, del proscioglimento dei 2 autori della porn revenge realizzata a suo danno, è un ulteriore dimostrazione di come non si è abbastanza tutelati, nemmeno alla luce della normativa attuale. Infatti il PM ha mantenuto solo l’accusa di diffamazione aggravata per i due autori delle estorsioni ai danni della giovane, ritenendo che il suicidio della ragazza non sia stato conseguenza diretta dei ricatti, e della revenge porn subita.
Difendersi dalla porn revenge: la prevenzione è fondamentale
La prima misura, forse, sarebbe di non filmare momenti della propria sfera sessuale, proprio onde evitare che possano finire in mano a malintenzionati. Anche se pensiamo, infatti, che sul nostro smartphone, o computer, tali immagini e filmati siano al sicuro, non è così.
Infatti spesso il proprio partner conosce i codici di sblocco del proprio smartphone, e può quindi facilmente impossessarsi di tali files, ad esempio caricandoli in un servizio di trasferimento file, online, via email, oppure in uno storage nel cloud.
Capita che filmati magari sottratti in momenti in cui non si sospetta del proprio partner, vengano poi diffusi su internet, e resi quindi pubblici, nel caso in cui si voglia consumare una vendetta, magari conseguentemente alla rottura della relazione.
Qualora dovesse comunque capitare di avere tali riprese sul proprio dispositivo personale, occorre prendere le opportune precauzioni:
• Proteggi sempre con il blocco schermo l’accesso allo smartphone: PIN, segno di sblocco o, meglio ancora, protezione mediante riconoscimento biometrico, ovvero impronte digitali, riconoscimento del viso
• Utilizza un sistema per crittografare l’area dati, o almeno i file compromettenti
• Evita sempre di condividere, anche all’interno di chat tra conoscenti, e quindi ritenute affidabili, i tuoi video personali. Ogni file può essere sempre infatti scaricato, e ricondiviso al di fuori di tali circuiti, che quindi non sono mai affidabili.
• Qualora qualcuno ha prodotto delle immagini che ti riprendono in momenti intimi, è un tuo diritto richiederne immediatamente la cancellazione. Tale cancellazione è un diritto sancito dalla normativa non solo italiana, ma europea, e la sua violazione espone a pesanti sanzioni sia civili che penali i suoi autori.
Il deep fake come strumento di revenge porn
Tramite l’intelligenza artificiale è possibile manipolare immagini, ed addirittura riprese video, rappresentando le persone oggetto del video falso nude, o addirittura nello svolgimento di atti sessuali, partendo da immagini che le ritraggono in momenti e situazioni comuni, magari prese dai propri canali social, quali Facebook, Instagram. La variante del deep fake è il deep nude, perché denuda le immagini dei soggetti ripresi, mediante la riproduzione di immagini molto realistiche, ma completamente false.
E’ bene quindi, al fine di prevenire tale pratica, limitare la diffusione di proprie immagini sui social network, e impostare la privacy in modo da non permettere a chiunque di potervi accedere.
La prevenzione e la difesa dal revenge porn
Se purtroppo si cade nella trappola del revenge porn, è bene adire subito le autorità competenti: la Polizia Postale permette sia di denunciare i reati correlati alla revenge porn, che di avviare delle indagini su internet, avendone i mezzi e le competenze necessarie.
Inoltre è necessario, trattandosi di violazione di immagini e dati personali, attinenti alla propria sfera privata, rivolgersi al Garante per la Protezione dei Dati Personali: questo sia per impedire la continuazione della diffusione di altre immagini personali, sia per richiedere la cancellazione di quelle già eventualmente pubblicate. Il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha infatti predisposto un’apposita pagina per segnalare e contrastare il revenge porn: qui si può sia trovare un modulo da compilare, per effettuare la segnalazione, sia apposite istruzioni e collegamenti a pagine più specifiche, con strumenti ed istruzioni su come comportarsi qualora la violazione sia avvenuta su Facebook ed Instagram.
Esiste infatti un sito dedicato in cui viene spiegato come contrastare e segnalare i casi di utilizzo indebito delle proprie immagini sui due social network.
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