Come visto nell’articolo sugli abusi dei permessi previsti dalla legge 104, purtroppo ancora oggi è possibile riscontrare come tale normativa divenga oggetto di abusi, ovvero un congiunto, pur dichiarando di assentarsi dal proprio lavoro per accudire un parente affetto da handicap, si dedichi poi ad attività che nulla hanno a che vedere con tale scopo, dedicandosi bensì a propri interessi personali: compere, partecipazione a feste, cura di terreni propri etc.
Segnalare gli abusi dei permessi ex legge 104
Poiché l’assenza dal luogo di lavoro deve essere colmata dal datore di lavoro, che ricorrerà a dei colleghi che lavoreranno in sua vece, la legge riconosce un diritto di segnalazione degli abusi dei permessi retribuiti secondo la legge 104, da parte di tutti quanti ne abbiano interesse.
La segnalazione può essere presentata:
1) Al datore di lavoro: da parte dei colleghi del lavoratore parente del disabile, nel caso in cui quest’ultimo abusi del diritto ai permessi retribuiti. In tal modo, il datore di lavoro privato, o l’ente per cui collaborano, può fare ricorso, ad esempio, ad un investigatore privato, al fine di dimostrare la violazione della normativa
2) Alla Procura della Repubblica
3) Alle Forze di Polizia
4) All’INPS
L’INPS è l’ente che si occupa di erogare i pagamenti delle indennità previste per il lavoratore che usufruisce dei permessi, nei giorni di assenza. Il datore infatti, al pari di altre prestazioni anticipa solo un pagamento che poi recupera successivamente dall’INPS.
Chi denuncia deve quindi fornire un resoconto quanto più dettagliato possibile degli eventi, e deve palesare la propria identità: una denuncia anonima infatti è ritenuta meno credibile, e quindi ha meno probabilità di essere presa in considerazione dall’ente previdenziale.
Il datore di lavoro può invece decidere di avviare delle indagini, sia internamente che esternamente all’azienda, avvalendosi anche dell’ausilio di investigatori privati. Per poter infatti sanzionare i collaboratori che abusano della legge 104, occorre produrre delle prove precise, anche al fine di vedersi annullare, ad esempio, il licenziamento per giusta causa, qualora il dipendente decida di impugnarlo.
Le conseguenze dell’abuso della legge 104 per il dipendente
Le misure disciplinari per un dipendente sono, nell’ordine di gravità:
– Il rimprovero verbale
– Il richiamo scritto
– La multa
– La sospensione dal servizio e quindi dalla retribuzione
– Il trasferimento
– Il icenziamento
Nei casi di abuso della legge 104, il lavoratore rischia il licenziamento per giusta causa: questo perché non solo, come già accennato, si viola la fiducia del datore di lavoro, ma si pone contemporaneamente in atto una frode, in danno dell’INPS, che può a sua volta attuare una procedura sanzionatoria.
Il datore potrebbe anche richiedere un risarcimento dei danni subiti a livello organizzativo e produttivo, causati dall’indebita assenza del lavoratore.
La punizione più grave è la denuncia penale, per l’indebita percezione di erogazioni in danno dello Stato Italiano, con pene quali la reclusione da 6 mesi fino a 3 anni.
Così recita l’art. 316-bis del Codice Penale:
“Art. 316-ter. Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.
1. Salvo che il fatto costituisca il reato previsto dall’articolo 640-bis, chiunque mediante l’utilizzo o la presentazione di dichiarazioni o di documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero mediante l’omissione di informazioni dovute, consegue indebitamente, per sé o per altri, contributi, finanziamenti, mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati dallo Stato, da altri enti pubblici o dalle Comunità europee è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.
2. Quando la somma indebitamente percepita è pari o inferiore a euro 3.999,96 si applica soltanto la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro da euro 5.164 a euro 25.822. Tale sanzione non può comunque superare il triplo del beneficio conseguito.”
Gli abusi e le indagini
Per concludere, come già accennato in precedenza, il datore di lavoro può ricorrere ad un investigatore privato, fornito di regolare licenza, al fine di dimostrare gli abusi dei permessi ex legge 104/92.
L’investigatore dovrà infatti redigere una relazione investigativa, in cui rende anche testimonianza giurata, unitamente anche ad eventuali testimonianze di terzi. In tal caso l’azienda avrà quindi tutte le prove per poter comminare le dovute sanzioni nei confronti del lavoratore che ha violato le norme e, nei casi più gravi, potrà anche procedere con il licenziamento.
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