Nel precedente articolo abbiamo passato in rassegna alcuni casi di vittime di cyberbullismo, ricordandone i nomi, e la loro tragica fine. Proseguiamo quindi l’analisi, in questo articolo, sul cyberbullismo, per capirne meglio la natura, e proporre delle strategie per arginare il fenomeno.

 

Il cyberbullismo come estensione del bullismo

 

Il cyberbullismo è un’estensione del fenomeno del bullismo, di cui si è già parlato in questo blog, e si distingue da esso per varie caratteristiche, configurandosi come una forma di bullismo mediante l’utilizzo di internet, e dei dispositivi ad essa connessi.

Mentre il bullismo è un fenomeno che trova una propria collocazione fisica precisa, ovvero la scuola, oppure gli ambienti sportivi, o di svago frequentati dal minore, così non è per bullismo in rete.

Il cyberbullismo, infatti:

  • Può essere commesso anche da persone adulte e, come per i casi analizzati, può riguardare anche persone a loro volta già maggiorenni
  • Non trova nessuna collocazione geografica precisa, poiché il bullo, agendo tramite internet, potrebbe trovarsi ovunque, e quindi danneggiare, con la sua condotta, persone anche molto lontane
  • Non avviene in giorni ed orari specifici, come avviene per il bullo, che mette in atto le sue molestie prevalentemente durante il giorno, in orari scolastici. Il cyberbullo può agire potenzialmente non solo in qualunque orario, ma anche in qualunque giorno della settimana, o mese dell’anno
  • Può essere molto difficile identificare il cyberbullo. Il bullo, data la sua sfrontatezza, agisce apertamente, e pubblicamente: ed anzi è proprio dal pubblico partecipe, o comunque consenziente, che trae lo stimolo per proseguire nelle proprie malefatte. Il cyberbullo invece agisce nell’anonimato.

Se la scuola, o gli ambienti sportivi, da un lato offrono un palcoscenico ideale per il bullo, entro cui agire ed esibirsi nelle persecuzioni delle sue vittime, dall’altro possono però costituire un argine, una volta che il corpo di insegnanti, genitori e organismi scolastici vari intervengono, dopo aver constatato il fenomeno, al fine di costrastarlo e prevenirlo.

Il web purtroppo, se da un lato offre un’iperstensione alle possibilità del cyberbullo, non gli pone poi alcun freno, permettendogli di operare in piena libertà, almeno fino all’intervento, che avviene purtroppo spesso solo nei casi più gravi, delle autorità pubbliche, in particolar modo attraverso indagini svolte dagli organi competenti: Carabinieri, Polizia Postale etc.

 

I segnali da cogliere

 

Innanzitutto, al pari del bullismo, i genitori devono sapere cogliere dei segnali, da parte del proprio figlio, qualora questi fosse divenuto vittima di cyberbullismo. Spesso il bambino, o l’adolescente, infatti pur essendo caduto nel problema, non vuole parlarne con gli adulti, sia per il timore di ricevere dei rimproveri, sia per paura di subire vendette, o anche semplicemente, qualora delle sue immagini siano già state diffuse, per la vergogna di dover ammettere quanto accaduto.

 

Solitamente, la vittima di cyberbullismo:

  • Evita i luoghi molto frequentati
  • Ha degli sbalzi d’umore, improvvisi, inaspettati
  • Smette improvvisamente di utilizzare i dispositivi connessi ad internet
  • Se ha uno smartphone, o un tablet, manifesta stress alla ricezione di ogni notifica
  • Può mostrare disturbi del sonno, o dell’alimentazione
  • Mostra scarsa autostima

Come prevenire il cyberbullismo

 

Segui sempre, nell’utilizzo del web, e dei social, queste semplici regole:

  • Utilizzare delle password complesse, e mantenerle segrete. Un password robusta deve contenere almeno 8 caratteri, di cui almeno una lettera minuscola, una maiuscola, ed una cifra, meglio se anche un carattere speciale (!, ?, @ etc.). E’ preferibile non utilizzare parole, o numeri, riconducibili a sé stessi, alla propria famiglia (ad esempio: Nome + data di nascita: “Simone15021988”), oppure nomi propri di persona.
  • Una prima regola da seguire, per tutelarsi, è proteggere la propria sfera privata, i propri dati, soprattutto quelli inerenti informazioni sensibili, e tutto quanto riconducibile a sé, evitando di diffonderlo a terzi, specie se non conosciuti.
  • Evitare di pubblicare, magari in post su canali social, proprie fotografie o filmati di nudo, o in situazioni di intimità con altre persone.
  • Evitare assolutamente il c.d. “sexting” cioè la condivisione e la pubblicazione di fotografie e fimati a sfondo sessuale.

Se sei un genitore, ci sono vari modi per prevenire il cyberbullismo:

  • Cogli i segnali: se appare infastidito quando è online, oppure se non vuole andare a scuola, o lo fa suo malgrado
  • Suggerisci di utilizzare password complesse, per i propri account in rete, e di non condividerle con nessun altro, per nessuna ragione
  • Suggerisci anche di non prestare mai, a nessuno, i propri dispositivi: smartphone, tablet, oppure computer portatile. Lo stesso, eventualmente, per il computer: è bene utilizzarlo mediante un utente proprio, protetto da password, ed evitare di permetterne l’utilizzo a terzi.
  • Permetti a tuo figlio di avere delle amicizie reali, a stabilire delle relazioni sane, sincere. I cyberbulli, come anche i bulli, attaccano difficilmente chi è inserito in una cerchia di amicizie, l’isolamento spesso purtroppo è un segnale di debolezza.
  • Può essere molto utile utilizzare delle funzioni per la sicurezza, come l’utilizzo di software “parental control”, ovvero i c.d. “filtri famiglia”: si tratta di filtri, attivabili su qualsiasi dispositivo, al fine di tutelare i minori proprio dai pericoli del web. Esistono delle app specifiche, ad esempio, per registrare e visualizzare da remoto le comunicazioni che avvengono sullo smartphone del minore: Care4Teen, per iPhone, oppure Spazio Bimbi per Android, entrambe disponibili gratuitamente.

 

Cosa fare se si è vittime di cyberbullismo

 

  • Rimuovere, o richiedere la rimozione ai gestori della piattaforma, dei contenuti che non devono essere diffusi
  • Bloccare il molestatore, oppure segnalarlo agli amministratori del social network, se la molestia avviene via social: Facebook, Instagram, TikTok, etc.
  • Nei casi più gravi, qualora non fosse più possibile porre rimedio alla diffusione di immagini, filmati, o informazioni personali, o se non si riesce a far cessare le molestie da parte del cyberbullo, rivolgersi a genitori, insegnanti, e presentare denuncia alla polizia

Se invece sei un genitore, e scopri che tuo figlio è vittima di cyberbullismo:

  • Invita il figlio al dialogo, a parlarne, per capire come comportarsi, per riuscire ad affrontare insieme il problema.
  • Evitare di provare a risolvere il problema da soli: occorre, nei casi più gravi, denunciare tutto alle autorità competenti.
  • Coinvolgere anche le autorità scolastiche, se gli episodi si originano nell’ambiente scolastico. Ogni istituto può attivare dei percorsi sia di prevenzione che di contrasto non solo al bullismo, ma anche al cyberbullismo, come già spiegato in questo articolo, sul bullismo a scuola.

Risorse online consigliate

 

Utile è la consultazione di risorse online, esistono dei veri e propri portali dedicati a queste tematiche, come Generazioni Connesse – Internet Safer Center un portale finanziato dalla Commissione Europea, e gestito in collaborazione sia con il Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca (MIUR), ma anche L’Autorità Garante per l’Infanza e l’Adolescenza, la Polizia di Stato, Save the Children Italia ed altri.

Da segnalare il Safer Internet Day, una giornata dedicata, il 9 di febbraio, a livello internazionale, per promuovere presso i giovani l’utilizzo sano e sicuro delle risorse su internet. Anche il nostro Ministero della Ricerca e dell’Istruzione aderisce a questa iniziativa, promuovendo varie attività, di cui è possibile prendere visione sull’apposita pagina dedicata a questa giornata, per la prevenzione ed il contrasto al cyberbullismo, tramite eventi informativi ed educativi.

 

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