I centri antiviolenza sono delle strutture al cui interno le donne vittime di violenza possono trovare aiuto. In tali luoghi trovano non solo accoglienza e riparo, ma anche staff di esperti quali medici, psicologi, ed eventualmente legali, in grado di aiutare la donna ad uscire, in modo definitivo, da una situazione di violenza, in tutte le sue forme: fisica, sessuale, psicologica, stalking.

Tali strutture si sono rese necessarie, a causa di fenomeni quali i femminicidi, che non accennano a diminuire, purtroppo, come spiegato nel precedente articolo, e dello stalking, molto spesso messo in atto verso delle donne, e che è purtroppo in costante aumento, argomento anch’esso affrontato sulle pagine di questo sito.

 

Le associazioni e le organizzazioni antiviolenza

 

Le Associazioni e le Organizzazioni antiviolenza, per poter aprire e gestire un centro antiviolenza, debbono avere tassativamente determinate caratteristiche, ovvero:

• Devono essere iscritte ad albi o registri regionali del volontariato, della promozione o della cooperazione sociale, o iscritte ai registri regionali delle ONLUS, presso l’Agenzia delle Entrate, o ad albi regionali istituiti appositamente per questo scopo

• Devono avere da Statuto, come finalità, il contrasto alla violenza di genere, il sostegno la protezione e l’assistenza delle donne e dei figli, vittime di violenza. Tali finalità devono essere esclusive, o prioritarie, rispetto ad altri scopi, come indicato dalla Convenzione di Istanbul.

• Dimostrare una comprovata e consolidata esperienza di almeno un lustro, nell’impegno contro la violenza alle donne.

 

I requisiti minimi dei centri antiviolenza

 

Anche le strutture stesse devono avere dei requisiti minimi, pena il non riconoscimento del centro antiviolenza, e l’impossibilità di accogliere donne bisognose di assistenza.

La struttura destinata quindi a divenire centro aniviolenza deve:

• Avere l’abitabilità, concessa dall’ufficio tecnico comunale
• Deve avere un numero sufficiente di locali atti a garantire lo svolgimento delle diverse attività, nel rispetto della privacy
• Il Centro deve garantire anche un’apertura di 5 giorni alla settimana, compresi i festivi, e garantire un numero telefonico dedicato, 24 ore su 24.
• Deve aderire al numero di pubblica utilità 1522
• Deve entrare nella mappatura del Dipartimento per le Pari Opportunità, della Presidenza del consiglio dei Ministri.
• Deve essere iscritto in appositi registri, previsti dalle normative regionali
Adottare la Carta dei Servizi, garantendo l’accoglienza in giorni ed orari prestabiliti, in locali appositi

 

Le figure professionali nel Centro Antiviolenza

 

Anche il personale deve avere determinati requisiti, per poter far parte di un Centro Antiviolenza:

• Deve essere esclusivamente di sesso femminile
• Devono essere figure qualificate: assistenti sociali, psicologhe, educatrici professionali, avvocati civilisti e penalisti, preferibilmente con formazione specifica sul tema della violenza di genere, ed iscritte all’albo del gratuito patrocinio.
• E’ vietato applicare le tecniche di mediazione familiare
• Alle operatrici del centro deve essere garantita formazione iniziale e continua, per operatrici e professioniste

 

I servizi minimi da offrire

 

Tutti i servizi, da offrire a titolo gratuito, sono:

Ascolto : vengono svolti colloqui sia telefonici, sia preliminari, presso la sede, al fine di individuare i bisogni delle donne vittime di violenza, e per fornire le prime informazioni sul funzionamento della struttura e dei suoi servizi.

Accoglienza: è la finalità del Centro Antiviolenza, ovvero offrire accoglienza gratuita alle donne vittime di violenza, eventualmente insieme a minori al loro seguito. La finalità, nel corso dei mesi successivi, sarà quella di accompagnare la donna nell’elaborazione di un percorso individuale volto all’uscita dalla situazione di violenza che l’ha portata a chiedere aiuto, in modo definitivo.

Assistenza psicologica: ad ogni donna viene garantito supporto psicologico, individuale, da parte di personale competente e qualificato in materia, come specificato al paragrafo precedente. Si può anche optare per gruppi di auto mutuo aiuto, anche tramite le Aziende Sanitarie Locali, ed i servizi territoriali competenti.

Assistenza legale: supporto legale, sia civile che penale, ed aiuto nell’accesso all’assistenza legale tramite gratuito patrocinio.

Orientamento al lavoro: viene offerto aiuto alla donna, anche sotto questo profilo: spesso la donna abusata è anche vittima di ricatti dal punto di vista economico, da parte del suo compagno, o ex. Per tale motivazione, un percorso antiviolenza non può dirsi completo, fintantochè la donna non è completamente reinserita nella società, ed in grado di essere autonoma, anche dal punto di vista economico. I Centri quindi aiutano attivamente la donna tramite contatti con i Servizi Sociali ed i centri per l’impiego.

Orientamento all’autonomia abitativa: da ottenere tramite accordi e protocolli con gli enti locali, in grado di fornire un’abitazione.

Supporto ai minori: poiché molto spesso i minori sono figli sia della donna che subisce le violenze, che dell’uomo che mette in atto violenze ed abusi, sono previsti dei percorsi di supporto anche per costoro.

 

Le case rifugio

 

Si tratta di strutture concepite per tutelare le donne, ed eventualmente i loro figli, a titolo gratuito. La loro caratteristica è che non sono in alcun modo raggiungibili dal pubblico, ed il loro indirizzo è segreto.
Esse possono essere gestite da enti pubblici, e dalle stesse Associazioni viste nel capitolo dedicato ai Centri Antiviolenza, di cui devono avere gli stessi prerequisiti.

 

I requisiti delle case rifugio

 

Deve essere una casa di civile abitazione, ovvero una vera e propria struttura di comunità, idonea ad offrire accoglienza in modo dignitoso, analogamente a quanto previsto per i Centri Antiviolenza.

Deve, altresì:

Garantire l’anonimato e la riservatezza alle donne ospitate
Offrire, sempre a titolo gratuito, alloggio e tutti i beni indispensabili per assicurare un’esistenza dignitosa, al suo interno: generi alimentari, pulizia dei locali, prodotti per l’igiene e la pulizia, etc.
Coordinare la propria attività con i Centri Antiviolenza e gli altri servizi con funzione analoga, presenti sul territorio, per assicurare il supporto non solo psicologico, ma anche legale, economico e sociale delle donne ivi ospitate
• Deve assicurare la mappatura tenuta dal dipartimento delle Pari Opportunità, oltre che negli appositi registri previsti dalla normativa regionale

 

I servizi minimi della Casa Rifugio

 

La Casa Rifugio, tramite l’ospitalità e la segretezza, deve garantire alla donna e ad eventuali figli minorenni:

Ospitalità e tutela, a titolo gratuito, al fine di salvaguardarne l’incolumità fisica
La definizione e l’attuazione di un progetto personalizzato, volto alla fuoriuscita delle donne dalla situazione di violenza, anche per eventuali minori a loro carico

La casa rifugio opera in maniera integrata con altri enti di tipo socio-sanitario ed assistenziale, presenti sul territorio.
Inoltre fornisce servizi educativi e di sostegno scolastico nei confronti dei minori, figli delle donne vittime di violenza.

 

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